13.04 Germany – day one
Germania, Polizei. Follow me. Perquisizione. Noi si regala un cd ai due agenti, ripartiamo, affianchiamo la volante e l’ agente a tempo con il capo ci presenta corna r’n r. Bello!
AEDI // Cottbus // Muggefug
Forse la città più asettica mai vista, arrivo al locale Muggefug.
Aria inrespirabile, sigarette, sudore, alcohol. Beh, almeno sembra molto frequentato!
Ok, scarichiamo, montiamo, check, fonico terrorizzato dai volumi. “Oh my god! Oh my god!”. Mah.
Finito il check si va alla casa progetto. Indichiamo scherzosamente un rudere di casa a tre piani dall’ aspetto degradato. Guardiamo meglio il numero civico. 79. E’ quella. La casa dei punk la chiamano.
Un germanico Lennon ci apre accogliendoci fino al terzo piano nella guestroom. Dormiremo in dieci quella notte in pile di letti e materassi. Scendendo le scale, un tizio sta vomitando da circa dieci minuti.
Ritornati al locale facciamo amicizia con un gigante buono, ci mostra la città e si presta per un rabbit body percussion con la roscietta.
I prigionieri cenano.
Due band prima di noi. Ottime. Noi chiudiamo la serata. Verso l’ una tocca a noi. La nostra prima serata in Germania. Carichi a molla. Al terz’ ultimo pezzo pogo totale. Devastazione punk. Primo bis. La gente grida “o-no-ther-one! o-no-ther-one!”. Improvvisazione tribale di circa dieci minuti. Un buon inizio.
14.04 Poland – day two
Quattro ore di sonno e di nuovo sul furgone. Ora dotato anche di tendine. 6 ore dividono noi da Cracovia.
Entriamo in Polonia e cominciano i dossi in autostrada. 52 la velocità media. Si balla un bel po’. Veniamo poi a sapere che quel tratto di autostrada, e solo in direzione Polonia, è da decenni abbandonato a se stesso. Costruita da Hitler rammenda ai tedeschi che entrano in Polonia ciò che hanno fatto durante la seconda Guerra Mondiale. Pensiamo che ce la meritiamo anche noi.
Arrivo a Cracovia nel primo pomeriggio. Sole. Città splendida. E non solo.
AEDI // Krakòw // Klub RE
Non c’ è tempo per rinfrescarsi. Si suona alle 20:30. Si cena alle 17:30. RE, il nome del locale, in pieno centro. Un bunker. Si respira l’ odore di tanta tanta gente che negli anni ha suonato al suo interno. Lo definirei “interessante, colto”.
Cena vegetariana arrancata in un ristorante e neanche il tempo di pisciare ore 20:45 si comincia.
Concerto intimo, forse 40/50 persone paganti. Attente quasi da provare imbarazzo nei momenti di silenzio. Il triangolo che suona senza microfono. Si crea un’ intesa particolare, completamente diversa da quella della sera prima. Splendida. Surreale. Trasportati in un’ altra dimensione.
Echeggia per i tre brani finali della scaletta anche il violino di Karolina, un’ amica polacca di Celeste che studia presso il conservatorio di Cracovia. Si respira tutta l’ aria musicale della Polonia.
Da buoni italiani il nostro primo pensiero a fine serata è quello di mangiare. Questo facciamo. Stinco di maiale. Due salsicce. Tanta birra.
Hostel Mundo, Cracovia
15.04 Poland – day three
La sveglia suona alle 7:30. Altre 6 ore dividono noi dalla terza tappa. Zielona Gora. Montagna Verde.
Attraversiamo per lavori in corso l’ altra faccia della Polonia. Piccoli villaggi. Non un paese ricco. In forte crescita. Ci fermiamo spesso a godere dei paesaggi.
AEDI // Zielona Góra // Zielona Jadłodajnia
Arriviamo all’ appuntamento al locale un’ oretta dopo l’ orario previsto. Ad accoglierci la moglie di Janusz, l’ uomo a capo della Gusstaff Record e l’ incontro è stato splendido. Poco dopo cominciamo il soundcheck. Si decide di suonare fuori, nel giardino del ristorante. Fa strano. Suoni in Polonia ad Aprile. Pensi sia un paese freddo. E ti ritrovi a fare la prima data dell’ anno all’ aperto.
Piroghi agli spinaci. Piroghi alla cipolla. Piroghi coi gamberi. E questo è tutto mi pare.
Non è affatto caldo.
Inizia il concerto. Ore 20:30.
Ore 20:34 un folle dalla finestra urla cose in polacco. Ci distende.
Ha l’ aria di essere un secret concert. Una settantina di anime. Composte e dedite all’ ascolto. Questo era un concerto in casa. Non vale. La città della casa discografica. Ci conoscevano tutti. Guardiamo il calendario. La settinana dopo Hugo Race e Sacri Cuori. Bello incontrarci ovunque.
Nanne a casa di Janusz e quantità indefinita di formaggi e vino. Persone meravigliose.
16.04 Poland – day four
Via verso Varsavia.
Ci siamo finiti maglie e mutande. Ci fermiamo in un negozio di vestiti usati in un paese indefinito durante il tragitto. Siamo in anticipo e ci portiamo via 3 giubbetti di pelle ed una discreta quantità di t-shirt per un totale di 80 Złoty. Circa 20 euro.
L’ impatto con Varsavia è devastante. Ti aspetti la città delle lotte negli anni della destalinizzazione, quasi ancora una città russa. Ti trovi invece avanti una città colma di grattacieli e centri commerciali, traffico, gente che va veloce in continuo dinamismo. Quasi businness. Una metropoli. Unmilionesettencentomila abitanti. Cazzo. Ti rendi conto che mentre noi andiamo verso il degrado, loro vanno incontro al futuro.
AEDI // Warszawa // Powiekszenie
Arriviamo al locale in pieno centro. Siamo tesi. La serata è di quelle importanti e ce ne rendiamo meglio conto quando entriamo nel locale. Un locale di quelli che vedi nelle foto dei concerti di quelli bravi.
Accoglienza ottima. Fonico pronto con Rider in mano. Backstage con un’ infinità di robette da sgranocchiare e da bere. Arriva il promoter. Check, cambio di scarpe e un concerto difficile da dimenticare.
AEDI (IT) / Powiększenie / Foto Report
Cena, altro locale, distruzione, Taxi, Ostello.